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Anno edizione: 2008
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Tornano i Rasmus, band finnica, baciata dal successo circa un lustro fa, grazie ad un pezzo bomba come "in the shadows", e lo fa affidandosi a questo "black roses" dalla confezione elegante e dalla produzione griffata Dasmond Child, che già tanti ne ha visti passare sotto il suo vigile sguardo. Nonostante il buon biglietto da visita basta un primo ascolto per capire che, i quattro non sanno bene per quale strada andare esattamente; la loro musica appare alquanto confusa, figlia sciatta di tutto ciò che hanno metabolizzato negli anni, soffocando qualche buona trovata, con sovrapposizioni strumentali, lasciandola perdere nel mezzo. Innanzitutto andrebbe deciso lo stile...e già questo, sarebbe un passo avanti. I Rasmus vorrebbero infatti esser rock, ma alla fine riescono meglio quando "poppizzano" come nel singolo di lancio "livin'in a world without you", esempio di come armonizzazioni pop, con una chitarra un po sparata a dar carica, possano far cedere anche il puritano del rock più incallito. La cosa vien loro bene, anche perchè supportata dalla voce del leader Lauri Dlonen( una volta nero corvo, oggi biondo Marylin ), troppo pulita per esser espressiva in altri generi; a dimostrarlo "you got it wrong" o "lost and lonely" su tutte, dove l'intro quasi metal, viene sciupato proprio dalla voce leggera del nostro e da soluzioni melodiche troppo scontate. Dopo il singolo, a reggere il disco restano solo "ten black roses", dove subentra persino un arrangiamento orchestrale che riporta ad esperimenti di "Metallica" riminiscenza, o "your forgiveness" dove però si torna a "poppizzare". E poi? Via alla fiera.... Un paio di pezzi sono rivisitazioni proprio di quella "in the shadows" non abbastanza corrette, come "ghost of love" dove la battuta ritmica è identica. Poi c'è il ballatone di turno "justify"...che al massimo giustificherei proposta dai Roxette e addirittura "the fight" che, tolta la chitarrella, potrebbe esser tranquillamente un pezzo dei Westlife...e penso di aver detto abbastanza no? Piuttosto scarso
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