LE GROTTE DEL GARGANO

Oltre al Gargano che tutti conoscono per le attrattive turistiche e la sacralità dei siti religiosi, esiste un altro aspetto di questa montagna meno noto. E' il Gargano carsico, con le sue nude distese di bianche rocce calcaree, i caratteristici altopiani a doline ed il suo affascinante mondo sotterraneo.

Monte Spigno (Gargano).

Il promontorio del Gargano è costituito da un'impalcatura di rocce calcareo-dolomitiche riferibili principalmente all'Era Mesozoica. Lo sviluppo del carsismo ha caratterizzato il Gargano con una serie di morfologie epigee e profonde quali valli carsiche percorse da brevi corsi d'acqua a regime torrentizio, ampie conche carsico-tettoniche (denominate polje), estesi pianori a doline (superfici d'altipiano crivellate da centinaia di depressioni chiuse), campi solcati (aree contraddistinte da una moltitudine di solchi paralleli tra loro), grotte e voragini.

Doline in località Piana della Grava (S. Giovanni R.)

Oltre quanto ci è dato vedere alla luce del sole, i territori carsici celano nel sottosuolo un mondo sconosciuto e misterioso, talvolta molto suggestivo, sempre comunque in netta antitesi con l'ambiente esterno. Le grotte carsiche, infatti, sono caratterizzate da un paesaggio quasi del tutto minerale, immerso nel buio più assoluto, dove l'acqua che all'esterno scarseggia, si rinviene in abbondanza. Nel Gargano si conoscono attualmente oltre 700 cavità naturali comprese le grotte costiere. Le manifestazioni carsiche ipogee sono diffuse praticamente ovunque, ma le più interessanti sono ubicate nel settore centro occidentale del Promontorio, laddove il carsismo profondo è correlato alla presenza di estesi campi di doline. Tra le doline del Gargano quella di "Pozzatina" (a sud di San Nicandro Garganico) è senz'altro la più imponente e spettacolare. La conca, che misura un perimetro di circa 1.850 metri ed ha una profondità di oltre 100, è la più profonda dolina pugliese ed una delle maggiori d'Italia.

Dolina Pozzatina (S. Nicandro G.co).

La stragrande maggioranza delle grotte garganiche presenta un andamento prevalentemente verticale e si sviluppa in accordo con le principali lineazioni tettoniche che interessano il Promontorio. La più importante tra tutte è la Grava di Campolato (presso San Giovanni Rotondo), la cavità naturale più profonda sinora esplorata in Puglia. E' costituita da un pozzo iniziale profondo 100 metri da cui si stacca un'alta e lunga galleria meandriforme intervallata da ampie sale, laghetti ed altri salti minori. La grotta s'inoltra nel sottosuolo per oltre un chilometro raggiungendo la profondità di
-303 metri dal piano di campagna.

Grava di Campolato (S. Giovanni R.). Sala alla base del P. 100 iniziale.

Nel territorio di San Nicandro Garganico si apre l'imbocco di una delle cavità più suggestive e spettacolari dell'intero Gargano: la grotta di Pian della Macina. Una galleria giunge alta su un'ampia caverna in cui si scende tramite un pozzo-scivolo profondo 15 metri. La sala è adorna di stupende concrezioni stalatto-stalagmitiche, colonne e drappi. Al termine della caverna, un angusto passaggio tra le concrezioni, consente di giungere nell'ultima parte della grotta: un autentico scrigno d'incomparabile bellezza, sia per la purezza delle concrezioni, sia per la tipologia (si tratta principalmente di stalattiti eccentriche e infiorescenze costituite da grossi cristalli di calcite).

Grotta Pian della Macina (S. Nicandro G.)

Presso San Marco in Lamis si apre la grava di Zazzano, maestosa cavità caratterizzata da un grandioso imbocco che sprofonda nel buio e che da sempre ha suscitato interrogativi e curiosità nei locali. Il grande pozzo è profondo 95 metri e immette in una galleria suborizzontale che prosegue per oltre 60 metri.

Grava di Zazzano (S. Marco in Lamis).

La grotta dei Pilastri, presso Rignano Garganico, è il relitto di un ben più esteso sistema sotterraneo cui apparteneva anche la vicina grotta Paglicci, l'importantissimo sito preistorico noto soprattutto per le sue pitture parietali paleolitiche. La grotta di Montenero, presso San Marco in Lamis è una della più famose e conosciute cavità naturali del Gargano.

Grotta di Montenero (S. Marco in Lamis).

Un'ampia descrizione di questa grotta risale ai primi dell'Ottocento. Ne la "Fisica Appula" (1806), Padre M. Michelangelo Manicone da Vico del Gargano scrive: "Evvi poi nella Difesa della regia badia di San Marco in Lamis una grotta che riesce gradevolissima agli occhi del viaggiatore. Chiamasi la grotta di Montenero. E' lunga un miglio e mezzo in circa, è divisa in molti cameroni e si passa da un camerone all'altro per larghi buchi. Le volte e le pareti di detti cameroni sono rabescati di stalattitiche concrezioni le quali formano gallerie, cupole, teatri, mammelle, alberi ed altre bizzarre figure. Dentro quest'antro evvi una fresca e dolce acqua che distilla dai sassi, io la bevvi nell'arsa 'state e, sovvienmi che riuscì gustosa al mio palato". E poi ancora l'abisso Cinese (-120 metri), il buco del Serpente (-160 metri ), la grava di Coppa Grande (-120 metri), l'abisso delle Volpi (-120 metri), nonché importantissime grotte archeologiche quali ad esempio la grotta Scaloria (Manfredonia). L'elenco è lungo ed ogni anno si arricchisce di nuove scoperte.
In questo contesto il Gruppo Speleologico Dauno di Foggia opera da circa un trentennio, sempre animato da una grande passione e con obiettivi primari quali lo studio e la ricerca, la tutela dell'ambiente carsico, la denuncia di situazioni a rischio e, soprattutto, la diffusione della speleologia. Con pubblicazioni, mostre, convegni e corsi, il Gruppo Speleologico Dauno ha ottemperato e ottempera alla sua vocazione primaria di far conoscere, nel territorio del Parco Nazionale del Gargano ed oltre, le straordinarie bellezze e le peculiarità del sottosuolo così legate con il restante ecosistema.